isolata in giappone

questo blog parla dell'altro giappone. non di tokyo ne` di kyoto, ma della vita in una piccola casetta sperduta in mezzo ai monti della campagna giapponese. vi faremo conoscere l'altra faccia del paese del sol levante!

14 febbraio 2021

Damine Kannon

Il tempio di Damine Kannon ospita ogni anno, in occasione della festa "patronale" il Kabuki e Kodomo Kabuki, nel quale recitano anche i bambini.

Ecco alcuni video e foto delle ultime rappresentazioni.














01 marzo 2020

Ogni grande crisi è una grande occasione


Due anni fa un tifone più forte del solito fece restare al buio le nostre frazioni per tre giorni. 
Era l'inizio di settembre, le giornate tornarono presto soleggiate e l'aria era piacevolmente mite.
La gente del paese bighellonava per le strade, visto che le tv e i videogiochi erano inutilizzabili, e la maggior parte delle antiche case sono piuttosto buie per starci senza luce artificiale. Ci si incontrava spesso, si scambiavano due parole sul progresso dei lavori di riparazione della linea elettrica, ma soprattutto si condividevano gli escamotage che ognuno aveva messo in atto in questa situazione anomala.
Alcuni avevano addirittura noleggiato un generatore di corrente di emergenza, altri si limitavano a non aprire il congelatore, sperando che i viveri non si sciogliessero..
La nostra pompa del pozzo aveva smesso di funzionare e potevamo prendere l'acqua solo da una fontanella in giardino, che è collegata all'acquedotto. Era tutto un andare e venire dalla porta finestra: chi scaldava l'acqua per il bagno, chi riempiva la pentola della minestra, chi lavava i piatti, chi metteva il secchio in bagno... Tutto questo diventò presto un rituale di famiglia (anche se lo ammetto, io ho fatto più chilometri di tutti...)
I bambini erano contentissimi di svagarsi lavando il corridoio e le scale, o mettendo ad asciugare il bucato essenziale che avevano lavato a mano.
La sera cominciava e finiva prestissimo: alle 20 eravamo già tutti a letto (senza piagnistei) e la mattina ci svegliavamo riposati alle prime luci dell'alba.

Ora a causa di queste misure di sicurezza attuate dal governo giapponese, saremo a casa tutti insieme per tutto il mese di marzo. Anche volendo non potremmo andare a Disneyland, perché l'hanno chiuso per precauzione, e sinceramente i bagni di folla dei parchi o dei centri commerciali non sono mai stati il mio forte. Dobbiamo per forza arrangiarci qui a casa. 
Sogno di sistemare tutti insieme le stanze dei bambini al secondo piano: dividere per bene i vestiti per stagione e disporre i giocattoli in ordine sugli scaffali. Vorrei che approfittassimo di questo mese per leggere libri che stanno lì da mesi e per buttare la roba che non usiamo. Un mese per organizzare la nostra vita in modo sano: sveglia/ ginnastica/ pulizie/ lavoro/ compiti/ giochi e tutti a nanna!
Cibo sano di verdure delle vicine, perché al supermercato non ho voglia di andare e così intanto mi aggiorno sugli eventi locali.
Un'occasione insomma, di fare quella slow life che ho sempre sognato!
Purtroppo i miei sforzi per incitare una collaborazione al riordino e alle pulizie è stata finora del tutto vana. Sembra che un certo intrattenimento del pc, che qui chiamano "iu-ciub", sia più attraente delle mie proposte. Anzi, i bambini dicono che dovrei darmi una calmata, che sono iperattiva e che loro la stanno già facendo la slow life...
Adesso spero solo che arrivi un qualche tifone in anticipo di tre mesi, così magari col blackout mi aiuta a pulire la casa e a mandare a letto presto i bambini!!

13 marzo 2019

Il motivo per cui vivo in Giappone

11 marzo 2019, ore 14:46, abbiamo ricordato le vittime del tremendo disastro di Fukushima con il suono delle campane e un minuto di raccoglimento.
11 marzo 2019, ore18.55 inizia la trasmissione "Il motivo  per cui vivo in Giappone, sul canale 7 del BS Tele East.
Sono tre ore di speciale per una trasmissione che di solito dura un'ora.
Dopo la prima parte dedicata a uno strabiliante americano che conosce più ideogrammi dei giapponesi stessi, comincia la parte dedicata a noi.
Era da dicembre che venivano da Tokyo per fare le riprese e preparare il copione. 
Durante gli incontri che abbiamo fatto con il regista e le sue assistenti, ci veniva chiesto di descrivere la nostra vita qui a Kiyosaki e il percorso che ci ha portato a trasferirci qui dopo tante peripezie. E non stiamo parlando di scegliere quale rione della città prediligere, ma di una vera e propria ricerca che ha portato me e Tomo a trasferirci 18 volte nel giro di 20 anni! Senza contare tutti i posti con cui abbiamo preso contatti e siamo andati a vedere, di persona o virtualmente, in tutti e cinque i continenti!
Perché alla fine siamo venuti proprio qui?
E' stata una ricerca profonda quella che abbiamo dovuto fare per rispondere alle domande di chi non ci conosceva, ma voleva fare della nostra vita una trasmissione di due ore!
Infinite mail e telefonate, album di fotografie e quaderni di ricordi che viaggiavano fino a Tokyo.
Ricerche spasmodiche di attori che potessero somigliarci per interpretare i nostri ruoli nelle scene del passato.
Dieci giorni di riprese della nostra vita quotidiana. L'ultimo giorno in cui sono venuti anche Katsunori Takahashi, attore famoso, e l'annunciatrice Miki Handa, abbiamo lavorato dalle otto di mattina alle otto di sera. 
Ma la domanda restava: perché siamo venuti in Giappone?
Perché, se in Italia il mosaico è più conosciuto, se tutta la mia famiglia sta a Trieste dove abbiamo abitato per sei anni, se in Giappone la vita è carissima...
11 marzo 2019, ore 21:59. Finisce la musica della trasmissione e ancora una lacrima luccica tra le mie ciglia: dovevano venire da Tokyo per farmi capire che la nostra è stata una buona scelta? Che in fondo facciamo proprio una bella vita e i nostri figli stanno crescendo sani e felici?
Sì, a volte la vita ti aiuta in modi impensati... Anche nella forma di un regista e delle sue assistenti...
E che siano stati loro a tirare così bene le conclusioni del nostro trasferimento qui, con tanta sensibilità, mi riempie di gratitudine e gioia.
Di dieci giorni di riprese resta pochissimo: una passeggiata tra boschi e vecchie case, a contemplare un prugno in fiore, una chiacchierata con una 97enne alle prese col registratore di cassa, l'incontro con una mamma vicina di casa, l'abbuffata di gohei mochi insieme alla suocerina, più in forma che mai, il  panorama di Senmaida, alcune scene familiari e il canto d'addio dei bambini della scuola elementare al loro compagno che si diploma.
Ma questi dopotutto sono i nostri tesori, ce l'hanno fatto capire bene. Perché le famiglie miste hanno sempre combattimenti in corso: contro l'ignoranza e il pregiudizio, contro la nostalgia del paese nativo e contro l'inevitabile difficoltà culturale e linguistica del Paese che le ospita.
E i bambini sono quelli che ne soffrono di più.
Come Elisabetta, paradossalmente uguale a me, ma con le fattezze di Tomo! Timida e chiusa, da una vita con le valigie in mano, in cerca di trovare il suo sorriso.
Qui l'ha trovato, grazie a maestri meravigliosi e amici pazienti e fedeli. 
A Kiyosaki l'abbiamo trovato tutti il sorriso, facendo quello che ci piace, con la nostra proverbiale lentezza, a modo nostro.
E anche se la strada è ancora lunga, sappiamo che, almeno, siamo sulla strada giusta.

Amore e Gratitudine.


13 ottobre 2017

Tadaima

Quando i giapponesi vanno via da casa non dicono Sayonara ai famigliari, bensi` Ittekimasu. Trovo che questa sia una bellissima espressione, che significa letteralmente "vado e torno".
Chi resta dice Itterassyai, vai pure.
Quando poi tornano a casa dicono Tadaima, qualcosa che assomiglia a "eccomi qua!" Chi è a casa lo accoglie con Okaeri "bentornato!"
Nel nostro post da Trieste c'era un appello AAA Cercasi...
Mi vengono i brividi quando lo leggo perché sembra la descrizione precisa del posto dove viviamo!!!

Proprio un anno fa, il 13 ottobre ci siamo ritrasferiti in Giappone. A 7 minuti in macchina da Owa!
Il nostro paese si chiama Kiyosaki e non è esattamente isolato come quello dove abitavamo prima. Ma siccome non smettono di dirmi "Cosa ci fai qui in campagna? Così isolata?" lascerò il titolo del blog così com'è, anche perché dopo più di dieci anni mi ci sono affezionata!
Non che volessimo proprio tornare in Giappone a tutti i costi, in tanti anni di ricerche abbiamo visto che il mondo è pieno di posti meravigliosi, forse anche migliori di questo...
Caso? Destino? Fortuna o tempismo? Chiamatelo come volete, ma questo è proprio il NOSTRO POSTO!!
Dopo un anno che è volato letteralmente vorrei raccontarvi finalmente come viviamo.
Finalmente a Casa.

Tadaima Kiyosaki!

05 luglio 2016

Hare-hare An alla cascata di Narusawa

 
Arriviamo alla cascata di Narusawa - Narusawa no taki - ricordando tra le risate l`avventura del nonnino che sembrava aver rapito me e Nonnina nel tentativo di arrivarci a piedi!! (se ve la  siete persa leggete qui).
 

 
Nove anni son passati e anche qui qualcosa e` cambiato. Hare-hare An non ha niente a che vedere col vecchio locale, che assomigliava piu` a una mensa comunale che a un ristorante.
Il gestore, nonche` nostro amico di vecchia data Toshisan, ci accoglie nonostante sia giorno di chiusura (aperto da giovedi` a domenica) e ci spiega che il nome Hare-hare deriva da hare, sereno, senza nuvole, un nome di buon auspicio per lui, per la sua famiglia e per i clienti.
 



L`atmosfera incantata che e` riuscito a creare qui insieme alla moglie mi lascia a bocca aperta sulla porta, una magia miracolosa che riesce a farmi stare zitta per 10 secondi!

 
 
I bambini si trovano subito a loro agio e cominciano a giocare nel Kids corner come se fosse casa loro. Toshisan ha anche lui tre figli, l`ultimo di quasi quattro anni, e ci conferma che qui vengono tante famiglie con bambini, anche grazie agli ampi spazi per campeggiare che ci sono nel parco intorno alla cascata.
 

Dovunque regna il colore caldo del legno grezzo lavorato a mano da Toshisan e l`esposizione accogliente curata da sua moglie.


 


Kiyokosan si ferma a parlare vicino alla stufa a legna - di cui per oggi non ci sara` bisogno!


 Ogni piccolo particolare e` curato. Sono in estasi!


 
Nel reparto negozio trovo un sacco di prodotti biologici, riciclati e fatti a mano, ma tanto lo sapevo gia` che  Toshisan era dei nostri!

 
 

Finche` il tempo tiene decidiamo di fare un giro per il parco e subito incontriamo il tempio shintoista.


 
Poi scendendo le scale in mezzo al bosco arriviamo alla famigerata cascata di Narusawa.
 



Dietro il negozio il parco continua a fianco del ruscello con gli spazi per fare il bagno e le tettoie per le tende. La prossima settimana cominciano le vacanze estive e qui non ci sara` spazio neanche per passare.




Grazie Hare-hare An, grazie Toshisan, torneremo presto a trovarti!

01 luglio 2016

Gallery Owa

 
 
Oggi vi presento il nostro negozio! Gallery Owa, perche` il posto si chiama Owa. Senza troppa fantasia. Certo che in mezzo ai boschi e alle trote, trovare un posto cosi` e` una gioia, e non solo per noi che ci viviamo!
I bambini sono naturalmente i benvenuti e potranno gustarsi un gelato ai "peperini", mentre per i grandi c`e` da provare il caffe` del vietnam o il te` turco. Tutte specialita` locali!!!!
 


 
In vendita ci sono una serie di oggetti tutti rigorosamente fatti a mano: le sciarpe e i centrotavola fatti al telaio da Kiyokosan (la suocerina), le sue borse intrecciate, borse in stoffa e cappelli di lana fatti all`uncinetto da Yumikosan (la cognatina) e piccoli oggetti di pelle dal laboratorio di Miyokosan (la zietta). E naturalmente i nostri mosaici!




Per esempio vi capitera` di trovare degli uccellini in gabbia, ma solo il tempo di fare una foto, poi li liberiamo!

 
Se date un`occhiata al giardino poi, a parte i classici aceri troverete piante particolari tipo questa Ortensia Hanabi - Fuochi d`artificio. Bellissima!
 
 
Anche nelle torride estati giapponesi in riva al fiume Kansagawa si trova sempre un po` di refrigerio.


 Passate a trovarci!

14 giugno 2016

Ritorno di Urashima Taro a Owa

La conoscete la storia di Urashima Taro?
E' una fiaba tradizionale giapponese che racconta di un pescatore generoso.
Un giorno, vedendo una tartaruga in pericolo sulla spiaggia, la salva dai suoi persecutori. Più tardi la tartaruga riconoscente lo porta con sé in fondo al mare in un palazzo splendente dove trascorre giornate allegre e spensierate.
Dopo un po' però Urashima Taro decide di tornare a casa sua. La Principessa di quel regno fantastico pur essendone all'inizio dispiaciuta, alla fine acconsente e gli regala un prezioso cofanetto, facendogli però promettere di non aprirlo per nessuna ragione al mondo.
Tornato alla sua spiaggia Urashima Taro trova che la gente non è più la stessa e che nessuno lo riconosce. Infatti sono passati centinaia di anni da quando è partito! Il tempo si era fermato per lui sotto al mare, ma non nel mondo reale!
Poi si ricorda del cofanetto ricevuto in regalo, e contravvenendo alla promessa fatta lo apre.
Il tempo ritorna anche per lui come un fumo bianco e Urashima Taro invecchia in un lampo.




Abbiamo cominciato per scherzo qualche mese fa, compilando i moduli per i nuovi passaporti.
Poi con un po' di fortuna il biglietto d'aereo si è materializzato nelle nostre mani.
Ora è ufficiale: abbiamo tutta un'estate per tornare a vivere nella campagna giapponese!



C'è un misto di gioia e paura nel tornare a vivere a Owa dopo 6 anni. 
Per noi sono volati, ma lì sarà cambiato qualcosa? O la calma inesorabile di quei luoghi sarà sopravvissuta? Come sarà la gente? Li ritroveremo e li riconosceremo? Ma soprattutto loro troveranno noi talmente invecchiati, tanto da non riconoscerci? 
Sei anni fa siamo partiti con Elisabetta che sapeva a malapena camminare. Oggi è una ragazzina pronta per la terza elementare! 
In più ora c'è anche Sebastiano, arrivato finalmente al tanto agognato traguardo dei 5 anni (abbiamo aspettato questo compleanno per più di sei mesi!). 
E poi c'è Margherita, che a 11 mesi farà il suo primo volo intercontinentale. Guarda caso proprio la stessa età che aveva Elisabetta quando l'abbiamo portata la prima volta in Italia facendo il viaggio inverso.
Un po' come Urashima Taro, tornare  a casa dopo che si è vissuti in un mondo parallelo è sempre un'incognita...
つつ"く





18 settembre 2014

Isolati a Trieste


Ebbene sì, ci avete scoperti!
Abbiamo cercato di nasconderci, occultarci, mimetizzarci con la fauna locale, eppure non ce l'abbiamo fatta... Più isolati che mai salutiamo i nostri instancabili lettori da un'isola del Nord-Est: Trieste!
Siamo qui da quattro anni ormai, isolati e incastrati, ma ancora non ci arrendiamo e inseguiamo il nostro sogno: aprire finalmente il nostro laboratorio di mosaico nel NOSTRO POSTO!
Siamo alla ricerca di questo posto da tanti anni ormai, una ricerca che fisicamente o virtualmente ci ha fatto fare il giro del mondo: dall'Australia all'Ecuador, passando per la Germania e l'isola di Malta. E naturalmente il nostro Bel Paese: dal vicino Friuli alla Toscana e poi le Marche, il Lazio e la Sicilia, che ci hanno stregato con la magia della natura, la gente fantastica e la loro indimenticabile storia.
Eppure siamo ancora qui, a Trieste, o meglio a Roiano, un paese nel paese, tra donnine che litigano per un posto sull'autobus e la solita fila alla posta... quasi quasi mi metto a scriverci su un blog!
In ogni caso grazie ancora per averci seguito per tutto questo tempo e per aver avuto fiducia in noi. Non vi deluderemo amici!
Allora per concludere questo post di "rinascita", lanciamo un appello:

A.A.A. CERCASI posto disperatamente. Bello, pulito, vicino alla natura, dove la gente è gentile ma sa farsi gli affari propri. Possibilmente un "arts and crafts village", dove ci siano degli artisti/artigiani come noi, magari ceramisti o falegnami. Basta che sia sul pianeta Terra per favore!
Ah, dimenticavo: che ci siano scuole e qualche ragazzino in giro magari, visto che ormai abbiamo due piccoli isolati a cui badare!
Guardate che se non ci aiutate a trovarlo saremo costretti a tornare a Owa!

Se nel frattempo volete vedere quello che combiniamo cliccate qui - ma tanto lo sapete già!

12 giugno 2010

Siamo vivi!!!

Grazie a tutti voi che vi siete preoccupati per noi e scusate il lungo silenzio!
Le nostre avventure naturalmente non sono finite, solo che ci manca il tempo di riportarle qui!
Per chi volesse intanto sintonizzarsi su
ci sarà un'intervista dove racconto il nostro Giappone molto particolare. (clicca sopra o qui)
Niente di nuovo, per voi fedeli lettori, ma giusto per fare un po' di pubblicità a a una bella trasmissione!
A presto!

26 novembre 2009

Un semplice calcolo

Anche quest'anno Tomohiro partecipa all'avventurosa raccolta dei mikan, i famosi mandarini giapponesi (vedi post di novembre e dicembre 2007), insieme a tantissimi "vecchiacci" a cui mancano pero` i nostri "Autista" e "Vicina pettegola" di due anni fa, licenziati per sopraggiunti limiti di eta`!

Essendo il lavoro strettamente dipendente dal tempo, dal punto di maturazione e dai mandarini che rimangono da prelevare, le telefonate che giungono a casa nostra sono piu` che raddoppiate negli ultimi tempi: "Domani niente lavoro, piove. Dopodomani solo pomeriggio, cosi` la mattina gli alberi si asciugano." . Ormai siamo diventati espertissimi nella consultazione delle previsioni del tempo!
Naturalmente i padroni dei frutteti fanno i loro conti e organizzano il lavoro al meglio, dopo anni di esperienza. "Oggi eravamo 13 per due campi grandissimi. Ieri invece c'erano solo 8 persone".

Eppure sembra che qualcuno non sappia contare.
Dopo la telefonata di ieri Tomo si presenta stamattina, puntuale alle 6 e 30, per andare in macchina con i colleghi fino al frutteto. Oggi ci sono solo 3 signore. Altre due non sono state chiamate. La strada passa inevitabilmente davanti alla casa di una di queste signore e, nel superarla i quattro dall'auto la vedono pronta alla partenza col classico vestito da "raccolta dei mandarini". "Oggi andra` in un altro campo." pensa l'auista ad alta voce.
Immaginate il suo sbigottimento nel vedersela capitare davanti al frutteto, lamentandosi di essersi dovuta far accompagnare da suo marito!!!

Il campo di oggi si poteva raggiungere a piedi: un'occasione imperdibile! Ecco le piu` agguerrite tra le arzille ultrasettantenni che, incuranti della pausa pranzo, si avventano con una mezzora abbondante di anticipo sugli alberi restanti! Gli altri lavoratori, attoniti, dopo un tentativo di protesta e persino qualche insulto, non hanno potuto far altro che unirsi ai lavori, in perfetto stile di armonia giapponese.

Risultato: tra l'infiltrata troppo diligente e le colleghe stakanoviste il lavoro e` stato finito prima del previsto, a meta` pomeriggio, con conseguente riduzione della paga per tutti.
Quando la matematica non e` un'opinione.

27 ottobre 2009


Chissa` perche` le cimici giapponesi non hanno niente a che vedere con quelle adorabili bestiucce italiane, che io prendevo delicatamente tra le mani e accompagnavo all'uscita, quando per caso si trovavano per sbaglio a casa mia...
Queste parenti orientali sembrano nate apposta per infastidire, molestare, spaventare e perche` no, terrorizzare persino, con la loro presenza inquietante. Infatti le piccoline infestano l'aria con il loro puzzo indiscriminatamente, senza un motivo che potrebbe magari essere che le sto per uccidere... Basta sfiorarle per essere contaminati da un fetore nauseabondo resistente persino all'acqua e sapone!
Sono arrivati i primi freddi e tuttavia Owa, il nostro piccolo villaggio, sembra scosso da una febbre contagiosa: la Caccia alla Cimice! Vi si cimentano naturalmente tutti i pensionati con abbondante tempo libero, sfoggiano doti circensi finora inimmaginate: in bilico su sedie, scavalcano divani si sporgono pericolosamente da finestre del secondo piano, sempre impugnando un immancabile ordegno di tortura, la bottiglietta di plastica da mezzo litro.
Infatti questo recipiente permette di "imbucare" la cimice velocemente e poi richiudere il tappo prima che le esalazioni si espandano intorno.
La Suocerina non puo` essere da meno e si impegna con costanza, cercando in tutti i modi di coinvolgerci nella gara: "Prendi quella lassu`, che non ci arrivo! Dai che il vicino in un giorno ne fa piu` di 5 centimentri!" Strane unita` di misura si sono create come un codice tra iniziati.
In effetti sono stata testimone dell'impegno del famoso "vicino" ottantenne. Piu` che altro informata dal figlio, che lo aiutava nella caccia: "3 centimentri da quando sono tornato a casa dal lavoro!" mi fa orgoglioso (o rassegnato?)
L'unica che non partecipa al concorso sembra sia la nostra solita vicina pettegola. Da giorni vive di speranze, sorride esageratamente e persino il suo aspetto appare migliorato. Infatti ci sono 27 candidati alle elezioni comunali di domenica prossima e tutti passano a turo con le macchine, ricordando il loro nome con gran sbracciarsi in guanti bianchi e saluti sorridenti. La vicina non aveva visto tanta gente simpatica con lei probabilmente dalle elezioni precedenti!

10 ottobre 2009

Cronaca di un tifone (numero 18)


Mercoledi` 7.

Alle 11 di mattina chiama la vicina di sinistra: sta andando in citta` dal figlio. Pensiamo "Vigliacca", ma e` tutta invidia la nostra, perche` noi non abbiamo nessun posto dove fuggire e non ci resta che aspettare qua...
A mezzanotte, dopo aver fatto i bagagli indispensabili, ci buttiamo un po' sul letto cercando di riposare un po'.
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Giovedi` 8.
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Alle 3 ci svegliamo: il vento e` forte, la tv da` il tifone in arrivo proprio e direttamente su di noi.
Alle 3 e 47 va via la luce. Buio pesto. Non ci resta che dormire e sperare.
Alle 7 mi sveglio col rumore di alberi che cadono nel boschetto di fronte: il peggio sembra essere passato, ma la strada e il giardino sono ricoperti di rami e foglie.
Alle 11 facciamo pulizia della strada con i vicini di destra. L'altra vicina ancora non torna e poi scopriamo perche`: tutte e due le strade che portano qui sono bloccate. La luce non c'e` e mangiamo alla stanza del tatami che e` piu` luminosa della nostra cucina-bunker.
Alle 15, quando il sole sta ormai per tramontare, decidiamo di andare a comprare un po' di candele per la serata che non si sa mai...
Facciamo marcia indietro davanti un grosso albero caduto e decidiamo di andare nell'altro verso, dalla vecchia del ponte. Questa ci vende a prezzo stracciato tutto quello che ha: 15 candeline da butsudan (altare buddista).
Alle 16 la Zietta decide improvvisamente di tentare la sorte e di cercare di tornare a casa sfidando gli alberi e i rami caduti sulla strada. La vediamo fuggire ancora in abiti da casa senza nemmeno salutarci (?). Ci richiamera` un'oretta dopo, quando sara` sicura sulla strada verso la citta`.
Alle18 buio pesto. Ceniamo e passiamo una serata alternativa ascoltando la radio a batterie prestataci dai vicini, cambiando caccone al lume di candela e rimendiando qua e la` ai danni provocati dal nostro piccolo Tifone personale: acqua e caffe` rovesciati sul tappeto, riso lanciato sulle pareti...
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Venerdi` 9.
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Dell'elettricita` nemmeno l'ombra.
La radio della protezione civile continua a dire di usare poca acqua perche` ci sono problemi all'impianto idrico. Infatti dal rubinetto esce solo un filino d'acqua.
Tra le varie attivita` della giornata: Tomo cerca di fare mosaico nel laboratorio buio, la Suocerina cucina i pesci scongelati prima che vadano a male, io e Elisabetta andiamo a razzolare un po' a casa della vicina di destra, che ci offre candidamente un gelato sciolto...
Alle 15 la Suocerina va a comprare batterie di ricambio per la nostra radio della protezione civile che nel frattempo e` morta. Non esistono piu` batterie in commercio. Al ritorno si rifornisce dalla vecchia di altre 15 candeline da butsudan, che non si sa mai.
Alle 16 facciamo una "doccia" scaldando l'acqua sul fuoco, come ai vecchi tempi!
Alle 17 e 30 con una cena a base di ramen istantanei ci prepariamo a passare un'altra splendida serata quando...
... alle 19 improvvisamente Kiyoko san dice: "Ma che luce di la`!" e finalmente l'incubo finisce!
Ancora adesso ci sono zone che non hanno la luce e alberi messi in orizzontale sui fili dell'elettricita`. Speriamo che riescano a riparare presto la linea.
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Grazie ancora a tutti quelli che si sono preoccupati per noi!

09 ottobre 2009

Tutto a posto - almeno per noi

Grazie a tutti per esservi preoccupati per noi: stiamo tutti bene,grazie a Dio, nessun ferito dalle nostre parti!

E` appena tornata la luce dopo 40 ore di black out.
Niente luce, telefono, riscaldamento, tv, radio, lavatrice, macchinetta del riso ecc. e acqua calda solo in cucina. Oggi usciva poca acqua e i cellulari non prendevano.
Alberi caduti piu` o meno ogni chilometro tranciavano i fili dell'elettricita` qua e la` e i piu` grossi, finiti in mezzo alla strada, rendevano impossibile il passaggio. Ieri entrambe le strade che portano qui sono rimaste bloccate fino al tardo pomeriggio. Tutti i negozi nel raggio di 20 km erano al buio e le batterie erano finite, cosi` come le candele.

Vi raccontero` con calma: adesso vado a stendere la biancheria che aspettava da 2 giorni di essere lavata - come fa Elisabetta con la mano davanti alla bocca e al naso "CHE PUZZA"!!!!

07 ottobre 2009

Testamento da tifone

Cari mamma e papa`, sorelle e fratelli naturali e acquisiti, nipotine, nonni, zii e ziette, parenti tutti, amici vicini e lontani.

- Sta per arrivare il tifone 18, il piu` forte degli ultimi 20 anni. Ci centrera` in pieno alle 9 di domani mattina, ora giapponese. Abbiamo preparato lo zaino con lo stretto indispensabile (i pannolini di Elisabetta) e una borsa da lasciare in macchina con le nostre cose piu` care (i mosaici di Tomohiro). La Suocerina e la Zietta, convenuta per l'occasione, ci deridono, dandoci degli ansiosi paranoici, guardando programmi di intrattenimento alla tv. -

Vi voglio bene. Faro` del mio meglio per salvare le nostre vite e quella della nostra Piccolina.
A presto!!!!!

27 settembre 2009

On the road ovvero Post per soli stomaci forti

Vi chiedevate dove eravamo finiti?
Vivi o morti o semplicemente dispersi per le montagne giapponesi?
Una risposta certa non so darvela: sempre indaffarati tra mille lavori e commissioni e impegni e chi piu` ne ha piu` ne metta. Quel che e` certo e` che qualunque cosa facciamo, siamo sempre "sulla strada"!
Essendo il nostro domicilio lontano da qualunque posto, volendo fare qualunque cosa non ci resta che pigliare la nostra fantastica Starlet Toyota del '95 e metterci in viaggio con pazienza.
Che a dirla cosi` e` una parola: prima di poter uscire dal nostro scalcinato parcheggio dobbiamo innanzitutto preparare una buona riserva di pannolini e vestitini di ricambio per Elisabetta, poi qualche biscotto o pane per i momenti di sconforto, acqua nella mitica borraccetta rossa e abbastanza giocattolini e libri preferiti per alleviare la noia del viaggio. Bambina ben riposta e allacciata nel suo seggiolino e via - "Ciao nonna!" - si parte!

Le cose si complicano nei momenti di panico da malattia: che fare il venerdi` sera quando scopriamo che Elisabetta ha 39.5 di febbre? Il piu` vicino medico di turno e` a 40 km...
Ve la faccio corta: in 10 giorni, tra malattie presunte, sospette e mal curate, ci siamo sciroppati 700 km di curve e semafori - e chi e` stato qua sa cosa intendo!

Per andare a Messa la domenica sveglia alle 5 e mezza: non si sa mai il traffico che puo` esserci in citta`. Senza contare le innumerevoli pause per l'orario del latte e caccone fuori orario!
E poi, per quanto riguarda il ritorno, se usciamo dalla chiesa alle 11, dopo i primi 20 km ci viene anche un po' di fame - il pranzo al sacco ce lo siamo gia` finito alle 8 e un quarto nel parcheggio parrocchiale... Allora non resta che fermarsi in uno di quei convenientissimi conbini, aperti 24 ore, e acquistare qualche specialita` "fresca di giornata" come salsiccia o ramen istantanei da rinvenire con l'apposita acqua bollente sempre a disposizione dei clienti.
Resta comunque il problema di DOVE mangiare il tutto: naturalmente in macchina!




Una volta abbiamo addirittura provato la pasta con insalata incorporata.




"Siediti Elisabetta! Adesso ti do un po' di pasta Elisabetta! Vuoi un po' d'acqua? No, stai ferma, adesso non puoi giocare col blocco della portiera!!! Ti ho detto dopo! No... stai ferma... no... noooooo!!!!!"
Eccolo la`, savevo mi!



















Oggi ci abbiamo messo 5 ore per tornare a casa in un percorso di poco piu` di 100 km.
Perso il primo incrocio con due delle nostre destinazioni possibili, il resto erano tutti cartelli per posti incredibili che non sapevamo dove fossero e non risultavano nemmeno sulla nostra cartina... Dopo un'ora e mezza siamo tornati a circa 10 km da dove eravamo partiti.
Dalla disperazione non abbiamo potuto fare altro che fermarci a comprare qualche onighiri da mangiare in macchina.

07 aprile 2009

Capro espiatorio


Da qualche giorno il paese e` in subbuglio: tutti si preparano alla tanto attesa gita sociale, che domani portera` gli ultrasessantenni del villaggio in un' amena localita` a un centinaio di chilometri da qui. Il programma e` a dir poco allettante: dopo una stimolante crociera sul fiume, un pranzo succulento e le immancabili terme, la giornata culminera` con la visita a un famoso tempio.
Il pullman privato fara` un paio di tappe per permettere ad ognuno di salire il piu` vicino possibile al proprio domicilio. E proprio il viaggio di andata e ritorno ha suscitato viva animazione nell'ultimo fine settimana: sembra che nessuno volesse stare seduto vicino alla compaesana piu` pettegola. Il problema pareva risolto dopo lunghe consultazioni e tutte le gentili signore si erano gia` messe d'accordo per sedersi a coppie, in modo da lasciare sola la suddetta, che, caso vuole, salira` per ultima al limite del paese.
Peccato che proprio oggi pomeriggio sia apparsa la vicina in causa, col suo miglior sorriso, a dire in tutta modestia, che il grande onore di prendere il posto per loro due ...spettava proprio alla mia Suocerina!!!
Salvata da improvvisi clienti, mia suocera e` riuscita in qualche modo a mantenere la calma, per poi subito dopo uscire a lamentarsi con la vicina "di sinistra" (non quella "di destra", quella del giardino). La vicina dopo qualche tentativo di consolarla, forse con un vago sentimento personale di sollievo, ha illustrato per filo e per segno i preparativi gia` fatti in vista dell'evento: capi nuovi e carini, ben lavati e stirati, pronti per essere indossati e nel portafoglio lo stretto indispensabile, visto che tutto e` gia` stato pagato, ma senza dimenticare le monetine per pregare al tempio!

19 marzo 2009

E` arrivata la primavera!

Da quello che mi ricordo della mia vita da single, uno dei discorsi che si fanno e` sempre quello dell'amica o dell'amico che si` e` sposato e ha avuto figli: "Ma non ha occhi che per suo figlio? Ecco come ci trascura: nasce un bambino e subito gli amici non contano piu` niente..."
Non e` esattamente cosi`, VE LO GIURO!
Elisabetta cresce ogni giorno che passa e naturalmente vogliamo stare il piu` possibile con lei e le vogliamo bene. Ma cio` non significa che abbiamo dimenticato i nostri amici o che non li pensiamo... solo che tra pappine e cacche, cacche e pappine, manca letteralmente il tempo materiale di fare qualunque altra cosa!
Un abbracio a tutti e BUONA PRIMAVERA!


P.S. Il tipo che cercava casa... l'ha trovata! A una decina di minuti da qui, una grande casa a prezzo stracciato. Ben per lui. E in qualche modo anche per noi, visto che hanno cominciato a frequentare il negozio tutta una serie di personaggi che sembrano arrivati direttamente da "Hair"! Ne vedremo delle belle!

22 febbraio 2009

Cerco casa

E` domenica mattina si e` svegliato gia` il villaggio... (scusa Claudio!)
Alle 10 e 5 arriva il primo avventore della nostra caffetteria ed e` gia` trambusto: vuole vedere il laboratorio! Tomo si precipita di la` mentre io cerco di raccapezzarmi dopo l'ennesima notte insonne. Elisabetta e` sempre carina e tanto brava, ma ha una fame da lupo, che si fa sentire anche piu` volte in piena notte: degna discendente.
Ma torniamo al nostro cliente: e` un giovanotto piuttosto easy e sta cercando qui nei dintorni una casa per trasferirvisi con sua moglie e il suo cagnolino. Vorrebbe del posto per suonare il suo tamburo e per l'attivita` di tintoria della moglie. Inoltre ha intenzione di cimentarsi in orto e risaia.
Mia suocera balza su con tutte le persone che conosce e le case vuote che ha visto ultimamente. Dopo una ventina di minuti di elucubrazioni decidiamo di andare dalla vicina - non quella del giardino, l'altra - per chiedere se sarebbe disposta ad affittare la casa dei suoi genitori, a pochi minuti da noi. La vicina ci accoglie a braccia aperte, come al solito, ma per la casa non c'e` niente da fare: a sua detta non e` decisamente abitabile. Mentre siamo nel suo giardino (tra l'altro decisamente carino!) arriva mia suocera e cerca di convincerla con ogni mezzo a cedere la casa: "Te la restaura lui!" come se lo conoscesse da sempre!
Dopo un po', ecco sopraggiungere il postino domenicale, che come al solito cerca di rifilarci la nuova serie limitata di francobolli delle poste giapponesi. Rifiutiamo con gentilezza e lo coinvolgiamo nelle ricerche: "Lei che sa tutto, non e` che saprebbe dirci se ci sono case vuote nei paraggi?". L'ometto si fa cool accendendosi una sigarettina e poi comincia a sparare un sacco di nomi "Ci sarebbe quella vecchia casetta vicino ai Takeshita... o magari due edifici sotto i Kidokoro..." Nessuno ha idea di quali siano le case a cui si riferisce.
Per ogni buon conto decidiamo di far vedere al cliente la casa del nostro padrone di casa fuggito in citta` lo scorso anno (vedi post del 3 febbraio 2008 "Butsudan ovvero la grande fuga"). Mentre siamo nel giardino della grande casa, abbandonata ormai da piu` di un anno, sopraggiunge il nostro amico poliziotto! Io penso subito che ci abbia preso per dei ladri, invece... non sapeva nemmeno che si fossero trasferiti!!! Ma che razza di poliziotto e`???
In ogni caso, essendo l'uomo assai simpatico, gli presentiamo il cliente e gli esponiamo il problema di trovare una casa vuota. Lui si mette a pensare se magari conosce qualcuno e intanto ne approfitta per farsi una pausa sigaretta!
Morale della favola: il giovanotto sembra interessato alla casa del nostro padrone di casa e pare che lui sia disposto a lasciargliela.
Anche perche`, nonostante tutto il tempo andato in fumo (in tutti i sensi) , nessuno ha saputo indicarci altre case vuote!!!

25 gennaio 2009

Maneki neko racconta

Ciao ragazzi! Perchè non chiedete a Tomo San di raccontare per filo e per segno come si è svolto il primo giorno dell'anno? Anzi, ve lo racconto io :)
Dunque, al risveglio scopriamo di essere super in ritardo per la visita al tempio, due sono i motivi, le ore tarde della notte precedente e... il ghiaccio su per la salita al tempio: ergo vestiti che è tardi, si va a piedi. Elena + Betta + Kyokosuocera San restano a casetta e Fede, Roby, Alessia e Tomo San scarpinano su per la collina. Fin dai primi metri Fede e Tomo si scoprono a maledire il vizio che li affligge (tabako suimas) mentre skiattano per il fiatone mentre Alessia e Roby, che se la trillano di scialpinismo, sgambettano allegramente su per una salita con pendenza 100%.
Arriviamo (io imploro Kannon dea della misericordia che con una delle sue 100 braccia mi allunghi una maschera ad ossigeno) e troviamo tutti i vecchietti del paese che se la raccontano intorno al falò. Per fortuna sono le 8 in punto e (spero) non abbiamo sfigurato troppo. Il sant'uomo che deve officiare la cerimonia però non arriva mai, soluzione? I giapponesi, popolo pragmatico, risolvono così: uno piglia una frasca e in 30 secondi netti impartisce ai presenti la sua benedizione. Fine. (Mah?)
Mentre i convenuti si accordano per i lavori di manutenzione del tempio arriva con mezzora di ritardo (eresia) il fantomatico prete ancora allegrotto per la serata precedente, tutto spalandrato (sta manica che gli pende fin per terra) con un enorme orologio sotto braccio (ancora oggi non ci credo, un vero fumetto). Nessuno giustamente se lo fila, imbarazzo generale quando gli viene comunicato che... abbiamo già fatto.
Qualcheduno informa che sono avanzate 5 bottiglie di sake, "interessa?" Manco a dirlo, il prete si offre di pigliarne una. Aridaglie, non sei abbastanza ciucco?
Ritornati a casa scopriamo che il prete è passato invitando la famiglia a pranzo e... si è perso sto tocco di legno che è un paramento sacro, in giardino. Non ho parole...